C’è stato un momento che ricordo molto bene e se mi concentro mi vengono ancora le lacrime agli occhi. Sto parlando del duemilaquindici (si okay la data precisa non la ricordo), anno in cui i Maybeshewill hanno deciso di sciogliersi.
Accettare il fatto che i provider dell’ottanta per cento della tua gioia musicale non produrranno mai più nulla equivale a diminuire la tua gioia dell’ottantacinque per certo. Quel cinque sono gli interessi.
Poi, dopo che è passato abbastanza tempo per superare le fasi del lutto musicale, ovvero sei anni, Alessio il batterista della band in cui suono mi scrive e mi dice che nel 2022 torneranno insieme e suoneranno al Magnolia. Cioè, capito? I Maybeshewill al Magnolia. A Milano. A tre ore da dove sto io. I Maybeshewill.
E niente, indovinate chi vi consiglio di ascoltare oggi?
Lasciatevi cullare dai loro silenzi e dagli archi, dai fiati, dalla chitarra distorta, dalla loro bellezza bellissima. E fidatevi del fatto che pure Lord Robert Smith (sì sì, quello dei Cure) li ha invitati quando è stato il suo turno di dirigere il Meltdown, nel 2018.
Che tra l’altro è la risposta alla domanda “se potessi tornare indietro nel tempo, a quando…” ma diamine!, senza dubbio al Meltdown 2018: The Cure, Mogwai, My Bloody Valentine, Placebo, 65daysofstatic, Alcest, God Is An Astronaut, Mono, Jonsi, devo continuare?
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Ah sì, poi a una certa parleremo meglio di post-rock. Intanto vi lascio un memino.
Noi ci sentiamo quando ci siamo,
un abbraccio!
Ayla